Home Notizie Comunicati Stampa Anno 2001 11 Aprile 2001: I medici chiamano Palazzo Chigi. “Le nostre richieste al futuro premier”

11 Aprile 2001: I medici chiamano Palazzo Chigi. “Le nostre richieste al futuro premier”

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 Roma, 11 aprile 2001 - Un check up preventivo per il nuovo inquilino di Palazzo Chigi e per la sua squadra di governo. La conquista della poltrona di primo ministro passa anche, o soprattutto, attraverso l’attenzione che i due principali schieramenti politici sapranno e vorranno dare alle richieste dei 150 mila camici bianchi iscritti alle 80 società scientifiche italiane riunite nel Comitato di Coordinamento Nazionale. Ad aprire il delicato capitolo sanità e rivendicare per i medici un ruolo di primo piano nel Sistema sanitario nazionale è Claudio Cricelli, presidente delle Società Italiana ed Europea di medicina generale, rappresentante del Coordinamento.

“Per prima cosa – spiega Cricelli – vogliamo avere da Polo e Ulivo un’indicazione precisa di come, una volta eletti, intendano equilibrare il Sistema sanitario nazionale, qual è la loro idea di qualità degli operatori e, di conseguenza, se vogliono che siano le società scientifiche a curare la formazione dei medici o se invece intendono imporre dall’alto sistemi amministrativo burocratici. Da troppo tempo vediamo programmi privi di qualsiasi garanzia e il nostro timore è che, per l’ennesima volta, i problemi sanitari vengano sottovalutati o addirittura insabbiati. I medici hanno bisogno di risposte immediate, anche per sapere dove indirizzare le loro decisioni di voto”.

Altro tema scottante messo sul tavolo da Cricelli riguarda la riforma sanitaria. “Centro-destra e centro-sinistra – sostiene il presidente di SIMG - ci devono dire cosa intendono fare della legge 229, perchè così com’è configurato il sistema previsto dalla normativa non deve andare a regime: a nostro avviso è necessario ipotizzare una diversa strategia operativa fondata sulla sussidiarietà, sull’accreditamento e sulla selezione delle istituzioni. Vogliamo insomma un sistema bilanciato in cui i ruoli siano ben chiari e non sovrapponibili, dove gli ordini abbiano al massimo un compito regolatorio e non siano né erogatori né referee scientifici. Compiti questi che spettano solo alle società scientifiche e che nessun altro deve arrogarsi. Chi tenta di confondere i ruoli fa solo male ai cittadini e al sistema sanitario”.

I medici italiani – prosegue Cricelli - chiedono ufficialmente alle forze politiche dei due schieramenti una riforma radicale dell’impostazione della formazione, dell’accreditamento e dei ruoli di interlocuzione all’interno del sistema sanitario. Chiedono che le società scientifiche siano subito accreditate e che questa sia la prima decisione del futuro governo, che nei programmi sanitari si dica con chiarezza se si vuole mantenere l’attuale sistema formativo fortemente burocratico, oppure se si vuole un sistema liberale in cui venga esaltata la qualità dei medici. “A tal fine chiediamo la proroga dell’inizio del programma ufficiale di ECM (Educazione continua in Medicina) allo scopo di rivedere la normativa”. Una riforma che, secondo i camici bianchi, avrebbe una ricaduta positiva anche sui cittadini. “Il vantaggio per l’intera popolazione è che a fronte di un sistema in cui il singolo impara quello che c’è scritto in un libro, qui è la società scientifica che traccia il percorso formativo per arrivare all’eccellenza, per conferire la certificazione di qualità attraverso l’ormai famoso bollino blu, che è poi anche l’unica tutela per il cittadino”.

“Noi – chiude Cricelli – siamo disponibili a incontrare entrambi gli schieramenti per approfondire questi temi. Non nego che ci aspettiamo di essere consultati, altrimenti decideremo in autonomia i messaggi da dare sia ai nostri associati che ai nostri pazienti”.


“COSI’ MIGLIOREREMO IL RAPPORTO COI CITTADINI”
LE DIECI REGOLE DELLE SOCIETA’ SCIENTIFICHE

Oggi in Italia una visita medica ha una durata media di sette minuti. Un tempo insufficiente non solo per fare una diagnosi ma anche per ascoltare il paziente, comprendere le sue esigenze, interpretarne i bisogni, raccogliere i suoi sfoghi.

Sommerso com’è dalle urgenze burocratiche, talvolta il medico non riesce nemmeno a formarsi e ad aggiornarsi finendo con l’impoverire il suo bagaglio culturale, a tutto svantaggio del cittadino utente. Per questo le principali società scientifiche italiane si sono riunite in un Coordinamento nazionale che si è posto l’obiettivo di migliorare il livello scientifico della professione e di essere l’interlocutore privilegiato delle istituzioni. Alla vigilia delle elezioni politiche, il Coordinamento presenta una serie di richieste a chi sarà chiamato a governare il Paese. Ne scaturisce un decalogo di priorità che, se sarà rispettato, consentirà a tutta la popolazione di poter avere medici sempre più preparati.

  1. Meno burocrazia per una migliore gestione del paziente

  2. Maggiore autonomia professionale

  3. Ricerca in medicina generale

  4. Ruolo degli ordini limitato alle attività regolatorie

  5. Informatizzazione e telematizzazione degli ambulatori

  6. Separazione netta di ruoli e compiti di ciascuno degli attori del Sistema sanitario nazionale

  7.  Accreditamento delle società scientifiche

  8. Delega alle sole società scientifiche accreditate a gestire la formazione dei medici e a certificarne la qualità

  9. Inibizione dell’attività di formazione alle aziende farmaceutiche in qualità di provider

  10. Normativa concordata a livello europeo per l’ECM (Educazione continua in medicina)

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